Sito a cura del Dott. Salvatore Pollina
Prevenire l'osteoporosi.
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Osteoporosi: una malattia insidiosa.
Per alcune il
rischio è maggiore. Ci sono donne che corrono più di altre il rischio di ammalarsi di osteoporosi. Come già detto in precedenza, la menopausa è uno dei principali fattori che possono portare all'osteoporosi: questo vale soprattutto per le donne con menopausa precoce, spontanea o chirurgica (legata cioè all'aspor-tazione totale delle ovaie). L'eccessiva magrezza può creare una situazione di rischio per l'osteoporosi perché il tessuto adiposo è in grado di produrre una certa quantità di estrogeni, gli ormoni che influenzano positivamente la salute dell'osso. Anche un marcato eccesso di peso, però, può essere rischioso non tanto perché peggiora l'osteoporosi, quanto perché ossa e articolazioni devono sopportare un maggiore carico. Tra le donne a maggior rischio di ammalarsi di osteoporosi ci sono anche quelle che hanno assunto alcuni tipi di farmaci per lunghi periodi (cortisonici, antiacidi a base di alluminio, alcuni diuretici, anticoagulanti, ormoni tiroidei e antiepilettici). L'ereditarietà è un altro dei fattori chiamati in causa per l'osteoporosi: quando la madre ne ha sofferto, di solito le figlie hanno una struttura dell'osso meno densa rispetto alla media, anche se non è sicuro che si ammaleranno. Esistono infine delle malattie che possono ridurre i livelli del calcio nel sangue e perciò predisporre all'o-steoporosi: le malattie dei reni, che provocano una perdita di calcio con le urine, la colite, perché accelerando il transito degli alimenti nell'intestino impedisce che il calcio venga completamente assorbito. Anche i disturbi che interessano la tiroide e il diabete sono fattori predisponenti. Fratture osteoporotiche. Le fratture sono frequentemente spontanee o successive a traumi di modesta entità. Le zone più colpite variano con l'età. Nell'osteoporosi postmenopausale precoce (intorno ai 55 anni) la sede più frequente è quella dell' avambraccio, mentre in età più avanzata (superiore a 65 anni) prevalgono le fratture (quasi sempre microfratture senza sintomi immediati di allarme) a carico della colonna vertebrale con conseguente riduzione di altezza del soggetto ed aumento della cifosi dorsale (curvatura della schiena in avanti). Frequentemente questa situazione si accompagna a compressione di radici nervose con dolore cronico. Con il passare degli anni aumenta l'incidenza delle fratture di femore (età tipica maggiore di 75). Sebbene il deterioramento dell'architettura ossea sia sicuramente la causa principale della frattura, bisogna considerare anche l'intervento di altri fattori quali la maggior facilità alle cadute e la minor capacità di sostenersi adeguatamente. La possibilità di decesso per complicanze conseguenti a frattura di femore per osteoporosi varia dal 3% all'11% per le donne di età superiore agli 80 anni. L'arma migliore: la prevenzione. La prevenzione è senza dubbio la misura più efficace per controllare la comparsa dell'osteoporosi e ritardarne le complicanze. La prevenzione della perdita di massa ossea nei soggetti che ancora non accusano sintomi può essere attuata mediante cambiamento delle abitudini di vita, aumentando l'attività fisica, correggendo l'alimentazione errata ed intervenendo farmacologicamente. Lo stile di vita.
L'attività fisica. È molto importante cercare di fare del movimento: l'attività fisica regolare, oltre a mantenere pronti i riflessi, rinforza i muscoli e le articolazioni e aiuta a mantenere la massa dell'osso costante. Anche l'attività fisica deve essere comunque calibrata alle proprie forze: se si è condotta una vita sedentaria, è bene cominciare con qualcosa di "leggero" come le passeggiate, per poi eventualmente passare a qualcosa di più impegnativo. La diffusa abitudine alla vita sedentaria tipica dei tempi moderni è considerata un importante fattore di sviluppo dell'osteoporosi. È stato dimostrato infatti che durante un prolungato periodo di permanenza forzata a letto l'eliminazione urinaria di calcio aumenta nettamente e ritorna entro i limiti della norma non appena cessa lo stato di inattività. La mancata attuazione anche di semplici esercizi fisici conduce al calo più o meno rapido della massa ossea. Anche attività modeste come stare in piedi, camminare e salire le scale sembra proteggano contro le fratture dell'anca. È possibile che parte dell'effetto protettivo derivi dal miglioramento della coordinazione e dell'equilibrio che riducono il rischio di cadute, oppure dalla migliorata funzione dell'apparato nervoso e muscolare che rende le cadute meno pericolose per l'apparato scheletrico. È stato verificato che le donne in post-menopausa possono aumentare del 5% la densità ossea vertebrale nel corso di un programma di esercizi della durata di un solo anno. |
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I°
ESERCIZIO (DA RIPETERE 20 VOLTE) Restare in piedi e avvicinare i talloni;
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2° ESERCIZIO (DA RIPETERE 20
VOLTE) Mettersi in posizione distesa; respirare
profondamente ed estendere alternativamente
le braccia sopra la testa; cercare di
mantenere la massima estensione
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3°
ESERCIZIO (DA RIPETERE 20 VOLTE) Mettersi sdraiati con l'addome
rivolto al collocare
due cuscini sotto l'addome; sollevare
contemporaneamente braccio
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4°
ESERCIZIO (DA RIPETERE 20 VOLTE) Mettersi in posizione distesa; unire
le mani sull'addome; respirare
profondamente; sollevare
contemporaneamente le due tenerle sollevate per 5 secondi.
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