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Sito a cura del Dott. Salvatore Pollina

 

La pressione sanguigna in gravidanza.

 

Pressione bassa.

É normale in gravidanza ma......

In gravidanza, una lieve ipotensione (pressione bassa) è un fenomeno naturale. Il sistema cardiocircolatorio, (relativo alla circolazione sangue), subisce notevoli variazioni che influenzano anche la pressione e provoca una lieve diminuzione. In genere l'abbassamento della pressione è così minimo da non creare problemi. Nelle donne che prima della gestazione già soffrivano di ipotensione, però, un ulteriore calo della pressione può causare fastidiosi disturbi, come affaticabilità, vertigini, capogiri. Vediamo cosa determina il calo della pressione ed entro quali limiti questo è normale, come controllare i propri valori e che cosa fare per prevenire il rischio di una diminuzione eccessiva, considerato che un ulteriore abbassamento può essere causato anche da altri fattori.

Si misura con due strumenti.

Normalmente, per la misurazione ci si avvale di due strumenti (lo sfigmomanometro e lo stetoscopio) e di una persona, anche se esistono apparecchi elettronici sofisticati e costosi che possono comunque essere utilizzati se si è da soli.

Lo sfigmomanometro.

É costituito da un bracciale gonfiabile che viene posizionato intorno al braccio e da un rilevatore di pressione dotato di una scala numerata su un quadrante circolare o una colonna di mercurio. I valori numerici da 0 a 300 esprimono la pressione arteriosa misurata in millimetri di mercurio. Lo sfigmomanometro è poco ingombrante e può essere usato anche da chi non ha "pratica": si acquista in farmacia o in un negozio di articoli sanitari (costa dalle 30-40.000 lire fino alle 100-200.000 lire per i tipi più sofisticati).

Lo stetoscopio.

É uno strumento che serve a rilevare, attraverso l'auscultazione, la pulsazione provocata dal passaggio del sangue attraverso i vasi. Una volta posizionato il bracciale intorno al braccio e il fonendoscopio nella piega del gomito dove decorre, abbastanza superficialmente, l'arteria omerale (il vaso da cui viene rilevata la pressione), con una apposita pompetta insuffla aria nel bracciale, finché non si ascolta in successione dapprima la comparsa, poi la scomparsa della pulsazione dell'arteria: questo significa che nel bracciale in questo momento esiste una pressione superiore a quella del paziente. Allora, si comincerà a far sgonfiare lentamente il bracciale, utilizzando l'apposita valvola, finché non ricompare la pulsazione: in questo preciso istante, i valori corrispondenti della lancetta o della colonnina di mercurio daranno l'indicazione della pressione arteriosa massima. Continuando a far sgonfiare il bracciale, la pulsazione diventerà sempre più debole fino a scomparire. Il valore corrispondente all'ultima pulsazioni udibile corrisponderà alla pressione arteriosa minima.

La differenza tra la massima e la minima.

La pressione è determinata da due fattori contrapposti: in pratica, è il rapporto tra la forza con cui il cuore si contrae spingendo il sangue nei vasi sanguigni (arterie e vene, sono i più grossi, e i capillari, i più sottili) nei quali scorre e la resistenza a questo flusso di sangue esercitata dalle pareti degli stessi vasi. Il continuo variare di questo rapporto (maggiore o minore contrazione cardiaca e maggiore o minore dilatazione dei vasi sanguigni) fa si che la pressione arteriosa non sia mai perfettamente uguale, variando da un individuo all'altro e anche nello stesso soggetto, da un'ora all'altra nell'arco della giornata. La pressione arteriosa è quella che riveste maggiore importanza. Se ne rilevano due valori: la massima (o pressione sistolica), determinata dalla contrazione del cuore, e la minima (o pressione diastolica), quella costantemente presente tra una contrazione cardiaca e l'altra. Per questo motivo, elevati valori della pressione diastolica sono più temibili di elevati valori di quella sistolica (è più pericolosa una minima alta anziché una massima elevata).

 

Che cosa accade durante l'attesa.

La pressione arteriosa obbedisce ad un delicato sistema di regolazione che tende a mantenerla entro valori costanti. Durante la gravidanza, però, va incontro frequentemente ad un abbassamento. Questo accade perché nei mesi dell'attesa nell'organismo della donna si verificano una serie di variazioni a carico degli ormoni e del sistema cardiovascolare. Un buono stato di salute di mamma e bebè è segnalato dai seguenti valori: da 70 a 90 per la minima e da 120 a 140 per la massima. Valori inferiori indicano un abbassamento, che va però considerato come un fatto positivo: significa, infatti, che il cuore e vasi sanguigni non sono sottoposti a un sovraccarico. I valori-limite della pressione bassa sono soggettivi; in generale, però, quando la massima è superiore a 100/110, la futura mamma non avverte nessun disturbo. Al disotto di questa soglia, invece, possono comparire alcuni sintomi quali la perdita dell'equilibrio, la sensazione di testa vuota, le vertigini, annebbiamento della vista, la sudorazione fredda e talvolta anche la nausea.

 

I cambiamenti mese per mese.

Dalla prima alla dodicesima settimana:

la gittata cardiaca (la quantità di sangue che il cuore è capace di pompare all'interno dei vasi) aumenta notevolmente, fino a raggiungere un apice di circa il 40% in più tra la 20° e la 25° settimana di gestazione. Questo accade perché il letto vascolare (la quantità di vasi sanguigni) è maggiore: le zone da irrorare di sangue, infatti, sono estese, in quanto la placenta e il feto costituiscono un "organo" in più da nutrire. E il cuore deve lavorare più intensamente per far giungere una sufficiente quantità di sangue sia alla madre sia al feto. Nel primo trimestre, quindi, per garantire una pressione adeguata al sangue che circola in un letto vascolare più ampio, il cuore potenzia la sua capacità di contrarsi, aumenta il numero di battiti al minuto e pompa più sangue.

Dalla dodicesima alla ventiquattresima settimana.

Col progredire della gestazione, i vasi sanguigni (soprattutto le arterie) si dilatano a causa sia dell'elevata presenza degli ormoni della gravidanza (in particolare, aumentano le prostaglandine) sia della produzione di calore da parte del feto. Naturalmente, la dilatazione dei vasi fa si che il sangue incontri una minore resistenza e scorra con più facilità: ecco che la pressione tende ad abbassarsi raggiungendo il minimo (generalmente, la pressione arteriosa massima subisce un abbassamento più marcato di quella minima).

Dalla ventiquattresima alla quarantesima settimana.

L'organismo della donna si è abituato alla nuova situazione: nella maggior parte dei casi, quindi, la pressione tende a ritornare ai valori precedenti la gestazione, normalizzandosi così dopo il parto. Ma, sempre in questo periodo può intervenire, nel 11% delle gestanti, un altro fenomeno di natura meccanica che può portare ad un abbassamento della pressione: l'utero, aumentato di volume, attraverso una compressione sulla vena cava inferiore (porta il sangue venoso dall'addome e dagli arti inferiori al cuore), riduce l'afflusso di sangue al cuore con forti ripercussioni sulla gittata cardiaca e sulla pressione arteriosa. Quando questa situazione accompagnata da stanchezza, testa vuota, nausea o perdita di coscienza si parla di sindrome utero-cavale.

 

La posizione del corpo può influire.

Le posizione del corpo possono favorire l'abbassamento di pressione. Il fenomeno, per esempio, si verifica quando si sta a lungo in piedi o quando si cambia posizione all'improvviso: per esempio, alzarsi di scatto dal letto può provocare qualche problema. Chi già soffre di pressione bassa, conosce bene la spiacevole sensazione di vertigine avvertita al momento del risveglio mattutino. Quando si verifica ciò, si parla di ipotensione ortostatica (causata dal cambiamento di posizione); il calo di pressione, in questi casi, è determinato da un alterato controllo nervoso della circolazione del sangue. Normalmente, quando si passa dalla posizione orizzontale a quelle eretta entrano in funzione meccanismi nervosi che costringono le carotidi (le arterie che passano per il collo e che portano il sangue alla testa) a esercitare un'azione di pompa del sangue. Quest'ultimo, quindi, arriva al cervello perché, oltre ad essere spinto dal cuore, viene pompato anche dalle arterie. Nelle persone che soffrono di cali di pressione legati al cambiamento di posizione questi meccanismi nervosi entrano in funzione con qualche secondo di ritardo, provocando un senso di sbandamento transitorio.

Il consiglio.

Evitare di stare in piedi per troppo tempo e di passare troppo repentinamente dalla posizione sdraiata a quella eretta: meglio mettersi prima a sedere e poi, senza fretta, alzarsi in piedi.

 

Responsabile di digiuno prolungato.

Il calo del livello di zuccheri presenti nel sangue (ipoglicemia) può essere talvolta responsabile di un temporaneo calo di pressione. Gli zuccheri, infatti, sono un'importantissima fonte di energia per il cervello. Quando si rimane digiuno per molte ore o quando si compiono sforzi senza essersi adeguatamente alimentati, le funzioni cerebrali possono risentirne a tal punto da influire negativamente anche sull'attività del sistema cardiovascolare che esercita le sue funzioni anche grazie all'influsso del sistema nervoso.

Il consiglio.

Mangiare poco e spesso nell'arco della giornata, evitando così di rimanere a digiuno per molte ore consecutive. Tenere sempre a portata di mano caramelle o zollette di zucchero da assumere nei momenti in cui si avvertono debolezza e annebbiamento della vista.

 

É conseguenza del caldo eccessivo.

La pressione bassa può essere una conseguenza del caldo. In pratica, l'aumento di temperatura provoca una vasodilatazione, cioè un aumento del calibro (ossia della dimensione) dei vasi sanguigni cutanei (capillari). Più largo è il vaso, più facilmente il sangue scorrerà al suo interno e minore quindi sarà la pressione: se il fenomeno interessa tutta la superficie corporea, come accade quando si è esposti a temperature elevate, il calo di pressione diventa sensibile. Ma per quale motivo i vasi sanguigni si dilatano con il caldo ? Questo accade per mantenere costante la temperatura interna del corpo (che è di 37 gradi centigradi) che altrimenti, se raggiungesse valori elevati, comprometterebbe il buon funzionamento delle cellule. Ecco, quindi, che le vene e i capillari si dilatano per formare una rete più vasta nella quale il sangue scorre in maggior quantità, cedendo il calore in eccesso e mantenendo così in equilibrio la temperatura corporea. É quello che si verifica anche con il meccanismo della sudorazione; quest'ultima infatti per un fenomeno fisico fa raffreddare la superficie della cute (sottraendo d'altra parte calore al corpo).

Il consiglio

Evitare di fare bagni in acqua troppo calda (la temperatura ideale e intorno ai 30 gradi). É opportuno inoltre non esporsi per lungo tempo al sole. Per lo stesso motivo è bene anche non soggiornare in ambienti eccessivamente caldi.

 

I controlli a cui sottoporsi.

Prima di restare incinta

È sempre bene conoscere i propri valori della pressione, in modo da poter tenere sotto controllo eventuali alterazioni nel corso della gravidanza.

In gravidanza

È sufficiente controllare la pressione una volta al mese se la donna non ha problemi particolari. In genere, è il ginecologo a rilevarne i valori nel corso delle visite di controllo a cui la futura mamma si sottopone. É necessario ricorrere a controlli più frequenti se si soffre di sbalzi di pressione: possono venire effettuati dal proprio medico curante o in farmacia. Ricorrere ai farmaci solo in casi di estrema necessità e sotto stretto controllo medico. Le sostanze che stimolano attività cardiaca possono essere indispensabili quando un improvviso abbassamento di pressione provoca svenimenti frequenti.

 

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